Giorgio Boatti: Con i piedi per terra

DOMENICA, 06 GENNAIO 2008

GIORGIO BOATTI

Davanti al ricco dibattito aperto dalla “Provincia Pavese” sulle prospettive di questa città, sugli scenari di questo territorio, c’è qualcuno che sente la necessità di estrarre, da una piena e disincantata visione del reale, l’elenco concreto delle cose da fare in questo 2008 che ci è venuto incontro su un bianco tappeto di neve? Forse una città, un territorio, non sono poi molto diversi dagli individui. Dunque, se si vuole giocare a dar voce ad una possibile lista di buoni propositi, tanto vale tenere i piedi per terra.

Disaccostarsi, il più possibile, dai mielosi componimenti, dalle crepuscolari nostalgie, dal colpo dato alternativamente al cerchio e alla botte. Meglio andare al sodo. E stendere, visto che si è in tempo di saldi (non solo nei negozi, ma anche nella competizione tra territori) la lista della spesa. Vale a dire l’elenco delle cose che a Pavia e alla sua provincia, non farebbero male: al contrario. Niente di trascendentale - si badi bene - né colpi di bacchetta magica. Solo segnali - seguono alcuni possibili esempi - per far capire che qualcuno si muove. Che qualcosa è in corso di cambiamento.
Primo esempio: è possibile, sin dalla prossima convocazione del consiglio comunale, che lo spazio antistante il Mezzabarba, dove vige il divieto di accesso e parcheggio, non si trasformi più in luogo di sosta delle auto dei consiglieri? E’ una piccola cosa, ma dimostra che anch’essi rispettano le regole deliberate per tutti i cittadini.
Secondo: lo stato dei trasporti pubblici, a cominciare da quelli ferroviari, che collegano Oltrepo, Lomellina e Pavese alla metropoli milanese va sempre peggio: è possibile qualche intervento corale, al di là degli schieramenti, di tutti i pubblici amministratori? Magari dopo che hanno testato personalmente, assieme ai pendolari, le delizie di uno “Stradella-Milano”?
Terzo: l’Amministrazione provinciale, oltre a condurre a compimento l’aggiornamento del proprio sito, cosa che non dovrebbe prendere tempo superiore a quello chiesto dall’edificazione del castello Visconteo, vi potrà inserirà i verbali e le delibere del proprio consiglio? Lo sta facendo, da qualche tempo, lodevolmente, il Comune di Pavia: una volta tanto non lo si potrebbe imitare?
Quarto: il Policlinico, oltre a essere retto da manager, calati dal manuale Cencelli sulle nostre teste, è affidato al lavoro di medici e personale sanitario. Sono loro che fronteggiano ogni giorno una sfida ancora più difficile della la doppia partita: i malati. E’ troppo chiedere che, a cominciare dal Pronto Soccorso, li si metta in condizione di lavorare al meglio?
Quinto: Policlinico ancora. La pulizia dei reparti, affidata al gioco dei ribassi e dei subappalti, ha dato segni, in alcuni settori, di cominciare a tracimare nella trascuratezza. Si può fermare, subito, questo decadimento?
Sesto: siamo città di pianura e biciclette ma nessuno, tra i nostri centri maggiori, ha piste ciclabili vere, capaci di consentire l’attraversamento - non a segmenti continuamente interrotti - del territorio urbano, da un capo all’altro. A quando - tra Pavia, Vigevano, Voghera - la prima “pista ciclabile non interrotta” della provincia?
Settimo: Pavia, città universitaria, non dispone di una piscina coperta decente, paragonabile a quelle di Broni, di Bereguardo, di Corteolona. Non è tempo di provvedere, smettendo di buttare soldi nella Folperti?
Ottavo: il Broletto, nella parte ristrutturata a meridione, è stato inaugurato, in tre anni, due volte. Quando lo si aprirà davvero alla città?
Nono: è cambiato secolo e millennio ma la Biblioteca Bonetta, nell’interminabile attesa della nuova sede in Santa Clara, sta scoppiando. A quando il trasloco?
Ovviamente la “lista dei buoni propositi” potrebbe continuare. Ma, forse - a stenderla, ad ampliarla, a correggerla - dovrebbero essere i cittadini stessi, i lettori. Sempre rimanendo coi piedi per terra. E badando al sodo.

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