Vittorio Poma, Presidente della Provincia di Pavia: Pavia si deve costruire il suo futuro

VENERDI', 21 DICEMBRE 2007


Molto si dice, molto meno si fa. E’ questa un po’ la storia breve di Pavia e del suo territorio. Non che manchino le idee. Anzi. E neppure le intelligenze e le volontà. Eppure restiamo fermi o, almeno, non ci sappiamo muovere alla stessa velocità di altri territori simili al nostro. Da anni ci interroghiamo sui perché. E le risposte sono numerose e diverse, quanto le sfide che ogni volta ci riproponiamo di affrontare. Sempre come se fosse l’ultima.

Che tale però rimane, fino alla successiva, senza che nel frattempo sia accaduto granché. E può anche essere che, in fondo, ci stia bene così. Che sia preferibile il tranquillo benessere, su cui siamo adagiati, al rischio della sfida, che oltre tutto potremmo perdere.
Ma, se anche fosse, fino a quando ce lo possiamo permettere? A guardar bene, temo non per molto. Mi piace la provocazione dell’amico professor Rugge quando dice che «il futuro di Pavia non è il futuro di Pavia», ma lui per primo sa che Pavia ci deve mettere del suo, perché nel mondo della competizione globale nessuno ti regala niente. E, se non dipende solo da te quello che sarà, dipende molto da te quello che non sarà. Lo sappiamo, ce lo diciamo, ma non ci ascoltiamo. La verità è che ognuno sembra ascoltare solo se stesso.
Come Provincia, ci siamo impegnati a scrivere quelli che, in modo un po’ altisonante, abbiamo chiamato gli «assi strategici dello sviluppo». Ne è uscito un documento - lo dico senza falsa modestia - ben fatto, con una competente analisi dello stato di salute del nostro territorio, dei rischi e delle opportunità, delle prospettive che si aprono, delle occasioni da cogliere. C’è dentro tutto quello che, tanto il professor Rugge che il presidente Bassetti che il rettore Angiolino Stella hanno delineato, dalle potenzialità di assoluta eccellenza, nel campo di ricerca e innovazione, di conoscenza e formazione, fino alla fruibilità a fini turistici di un patrimonio ambientale ed artistico di pregio.
Bene, non ho avuto l’impressione, a giudicare dai riscontri, che sia stato granché letto. E sono certo che tra un po’ ci sarà qualcun altro che dirà, con ferma convinzione della propria originalità, più o meno le stesse cose. E mentre scrivo queste righe, già mi chiedo in quanti le leggeranno davvero, un po’ grigie come sono. E quanti di quelli che le leggeranno lo faranno con spirito positivo, per trovare punti d’incontro e non invece per cercare qualcosa su cui non essere d’accordo e poter dire che «il vero problema è un altro». Mentre i problemi quelli sono e quelli restano.
Da presidente della Provincia ho il dovere di dire chiaro ai miei concittadini che, così come siamo messi, nessun Ente locale può farcela da solo, non dico a rilanciare lo sviluppo, ma neppure a far fronte ai propri compiti diretti. Ci è di fatto vietato fare investimenti, ma, se anche ci fosse permesso, le risorse non sarebbero mai all’altezza dei bisogni. Neanche con la massima efficienza possibile, che pure non abbiamo. L’efficienza della pubblica amministrazione è una questione molto seria, troppo seria per essere ridotta ad alibi di comodo. Come dire: trovato il colpevole, risolto il problema.
Ed è miopia politica il gioco di rimpallo tra le forze politiche, a seconda se in maggioranza o all’opposizione. Perché in realtà il cittadino chiede, anzi pretende, che non ci siano più buche nelle strade e non vuole sentire scuse. Mentre noi sappiamo che non ci è possibile, perché non ci sono soldi sufficienti. E in questo non conta chi governa. Ecco perché abbiamo deciso di cambiare passo. Di recuperare risorse, che pure ancora abbiamo, e di investirle per generarne altre. In persone e progetti, più ancora che in cose.
Ecco perché, da gennaio, daremo avvio ad una nuova stagione politica, fatta di confronti continui con i cosiddetti «attori locali», siano essi enti, associazioni, imprese o semplici cittadini. Faremo tanti tavoli quanti servono, per ricercare reciproche convenienze, creare alleanze, fare sistema. Per farci ascoltare, ascoltando gli altri. Giocando la scommessa che sul territorio pavese ci siano energie pronte a mettersi in moto, purché se ne crei l’occasione. Che Pavia può davvero essere attrattiva per persone e imprese di eccellenza. Perché il futuro di Pavia sia anche di Pavia.
VITTORIO POMA, presidente della Provincia di Pavia

Nessun commento: