Legambiente: Al centro Università e Polo sanitario

DOMENICA, 13 GENNAIO 2008

Intendiamo dare come Legambiente il nostro contributo di idee all’importante e ricco dibattito aperto dalla Provincia Pavese sul futuro della città di Pavia senza dimenticare l’invito di Giorgio Boatti ad «avere i piedi per terra».
Peccato che le Istituzioni che, a differenza di un giornale, possono anche governare e decidere, lo facciano senza sentire il bisogno continuo di stimolare la partecipazione dei cittadini e decidano sempre «nelle segrete stanze». Per noi di Legambiente una ragione fondamentale del «declino» della coesione sociale e del nostro territorio è proprio questo distacco tra amministratori e amministrati.
Quale sviluppo per Pavia? Legambiente crede che l’unica strada da percorrere sia quella della sostenibilità ponendo al centro le bellezze naturali, quelle storico-architettoniche, la vocazione agro-ambientale del territorio circostante e le sue eccellenze, l’Università e il Polo sanitario.


Mai satellite di Milano

Sono questi gli unici aspetti che hanno permesso a Pavia di essere conosciuta a livello internazionale.
Il rischio che, con tutte le nostre forze, vogliamo evitare, è quello di lasciarci ridurre a città satellite di Milano, a territorio «vuoto, ad uso e consumo» dell’area metropolitana milanese. Il nuovo Pgt (Piano di Governo del Territorio) che speriamo veramente l’Amministrazione comunale voglia partecipato con i cittadini, può essere l’ultima occasione per aspirare ad avere qualche cosa di più di quello che non trova posto a Milano, guarda caso il più delle volte inquinante o inutile al territorio (industrie insalubri e si parla addirittura di un nuovo inceneritore Asm Pavia anche se non serve assolutamente perché abbiamo già impianti più che sufficienti) o congestionante per il traffico (centri commerciali e logistica senza pianificazione).
Per Legambiente il progetto per il futuro sostenibile di Pavia è quello di puntare a valorizzare ulteriormente l’Università e il Polo sanitario sviluppando centri di ricerca e innovazione nelle filiere tecnologicamente più avanzate e a valorizzare la vocazione agro-ambientale del territorio provinciale puntando su turismo e prodotti tipici. Al tempo stesso le aree dimesse della città potrebbero avere indici di cubatura contenuti, con un costruito, a differenza di oggi, «bello e innovativo» che si avvale della bioarchitettura, attento al risparmio energetico e a quello idrico, con nuovi grandi spazio a servizi e a verde e con efficienti sistemi di parcheggio e di interscambio con il trasporto pubblico.
E proprio su traffico e mobilità, sull’emergenza aria, sul fatto che ormai da anni respiriamo per almeno 150 giorni all’anno aria inquinata o da Pm10 o da ozono o da altro ancora, si gioca la partita decisiva dove l’innovazione è la sola risposta vincente. Perché il preciso e lungimirante intervento del prof. Alberto Majocchi sulle misure antitraffico per la città, non ha spinto gli amministratori ad assumersi le proprie responsabilità e soprattutto ad assumersi impegni precisi e concreti? E’ proprio necessario arrivare al «punto critico di non ritorno» per avere uno straccio di intervento di buon senso contro l’abuso dell’auto?
A livello internazionale ci sono già i segnali che indicano cosa può succedere se non si interviene in quanto nello spazio limitato delle città non può esserci sviluppo illimitato di auto; con grande ritardo e con difficoltà tutta italiana fatta di sterili polemiche, anche Milano, grazie a una sindaca e a un assessore coraggiosi, si adegua a Londra, Stoccolma, Berlino e a tutta Europa e parte con l’Ecopass e addirittura in Giappone non si può più acquistare un’ auto se non si dimostra di avere lo spazio per il posto.


Modello senza regole

Da noi la situazione è grave ma non così drammatica: è così difficile abbandonare per sempre il modello di urbanistica senza regole che ha fatto della ex-statale 35 a Tre Re un caso drammatico? E’ così difficile mettere in tutte le strade delle città ovunque sia possibile due cordoli per le corsie preferenziali per il trasporto pubblico e per le biciclette affinchè chi si sposta a piedi, in bici o con il mezzo pubblico e non inquina, vada più veloce e arrivi prima di chi rimane in fila? E per chi proprio deve usare l’auto, è così insopportabile dover pagare la sosta ovunque tenendo conto che anche lo spazio di posteggio non è di sua proprietà ma è un bene di tutti e se vuole circolare paga un Ecopass così come fa anche il Re a Stoccolma?
L’importante è che ci sia un patto preciso tra cittadini ed Amministratori e che tutti i soldi per sosta ed Ecopass vengano investiti per parcheggi di interscambio, autobus, piste ciclabili, corsie preferenziali metropolitane e ferrovie per avere città con meno traffico e più vivibili specie per bambini e anziani.
Infine una proposta che potrebbe ancora di più fare della città di Pavia una attrazione unica; perché finalmente non si realizza il Parco Visconteo? Una proposta con indubbi aspetti positivi: salvaguarderebbe un territorio unico dall’invasione del cemento in primo luogo da un Centro commerciale senza senso e offrirebbe a migliaia di turisti che oggi si fermano solo alla Certosa per poche ore un percorso fino a Pavia fatto di natura, cultura, storia e prodotti tipici del territorio.
Ambiente, Innovazione, ma anche Solidarietà; il nostro ambientalismo è difesa dell’ambiente, convinzione che possa essere occasione di sviluppo anche economico ma soprattutto vuole «far vivere bene e meglio» le persone; in tempi come gli attuali l’accoglienza, il senso di comunità, l’identità locale e la solidarietà sono valori intimamente legati al nostro impegno di difesa ambientale.
Giovanna Vanelli e Gianluigi Vecchi Legambiente, Pavia circolo «Il Barcè»

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